Crisi venezuelana nel 2019 – Fame, opposizione e petrodollari

Venezuela en 2019

Questo articolo dedicato alla crisi venezuelana nel 2019 è la seconda parte del nostro approfondimento sul Venezuela. Potete trovare la prima parte cliccando qui. Qui analizzeremo il ruolo e le responsabilità degli Stati Uniti nell’evoluzione della crisi economica venezuelana, l’opposizione interna e l’assemblea costituente convocata nel 2018

Perché gli USA dovrebbero volere la caduta di Maduro?

Il Venezuela oltre a essere la seconda riserva mondiale di uranio e di coltan, la prima di torio ha anche grandi riserve d’oro, ferro, magnese. Lo stato venezuelano dispone inoltre della più grande riserva di petrolio al mondo (ed è tuttora sfruttata solo in minima parte). Gli USA hanno tutto l’interesse, più volte dimostrato, a spodestare un governo protezionista e socialista che limita l’accesso delle materie prime alle proprie multinazionali. La dottrina Monroe, ossia l’idea della supremazia degli Stati Uniti nel continente americano, è oggi più attuale che mai. Maduro e in generale lo stato bolivariano rappresentano un ostacolo all’espansionismo nordamericano nel continente, un nemico come Cuba, nel cortile di casa.

Se il Venezuela fosse stato una dittatura comunista e il suo popolo oppresso dal regime perché durante il golpe anti Chavez del 2002 i venezuelani sono scesi in piazza per chiederne la liberazione? Se ritenete il “The Guardian” una fonte credibile vi Invitiamo a leggere quest’articolo del giornale britannico che evidenzia i collegamenti tra la presidenza americana Bush e i golpisti venezuelani di allora, che non sono poi tanto diversi da quelli di oggi.

Durante gli episodi del 2002 anche l’autorevole «el Pais» è stato denunciato dal governo venezuelano per la diffusione di una fake news proprio il giorno del colpo di stato.

L’opposizione è veramente unita in Venezuela come tutti ci fanno credere?

L’opposizione in Venezuela è tutt’altro che unita. Il MUD (mesa de la unidad democatica) è l’unione di 34 partiti e partitini, uniti per fronteggiare Maduro e il chavismo. Nel corso degli anni ci sono state scissioni interne, prima tre partiti hanno lasciato l’unione, poi cinque e poi ancora sette. il MUD è composto anche da Accion democratica e COPEI, due partiti che hanno governato per 40 anni il Venezuela prima del 1998, regalando concessioni e regali alle multinazionali del petrolio e opprimendo con la forza quella che prima era l’opposizione. Il problema dell’opposizione è la mancanza di un vero leader che possa fronteggiare il partito socialista venezuelano.

Quando Accion democratica era al governo con il secondo mandato di Carlos Andres Perez (1988), scoppiò un rivolta popolare “il Caracazo”, contro le misure di austerity volute dal FMI per liberalizzare ancora di più l’industria petrolifera, l’aumento dei prezzi e la dilagante corruzione. Il governo colpi i manifestanti causando migliaglia di morti tra i civili.

Cibo, medicine y papel higiénico

In Venezuela manca il pane, mancano le uova, manca l’insulina e altri beni ritenuti di vitale importanza per la sopravvivenza. Il governo ha grandi responsabilità in questo, nelle sue scelte sbagliate di politica economica e d’inefficienze nell’apparato pubblico. A nostro avviso questa grande responsabilità va condivisa con gli USA. Nell’anno 2017 la Banca centrale venezuelana ha depositato 1,2 miliardi di dollari nelle casse della J.P Morgan, banca d’affari americana, per pagare l’importazione di alimenti che dovevano essere distribuiti in occasione del Natale 2017: la banca li rifiutò. Oltre agli alimenti c’erano più di trecento mila dosi d’insulina. Solo l’aiuto dell’India sbloccò lo stallo.

Le cause della crisi alimentare venezuelana sono tre:

1- Caduta dei prezzi del greggio;

2- Applicazione delle sanzioni economiche dei governi del «primo mondo»;

3 sabotaggio dell’economia interna compiuto dagli imprenditori venezuelani e contrabbando.

L’obiettivo delle sanzioni economiche applicate da USA e UE è danneggiare il governo, in realtà l’effetto di esse ricade sull’economia reale e quindi sulla popolazione civile. Nel 2015 è stato scoperto un meccanismo criminale secondo il quale numerosi imprenditori venezuelani eseguivano sistematicamente misure di sabotaggio dell’economia, per alimentare la fame e incolpare il governo di Maduro della mancanza di alimenti. I grandi proprietari delle reti distribuzione (privati, e quindi contrari al sistema nazionalista), sono stati accusati e condannati per aver nascosto beni di prima necessità (carta igienica, pane, formaggio) destinanti ai supermercati pubblici, vale a dire quelli che gestiscono le cooperative. Non solo nascosti ma anche venduti illegalmente in Colombia utilizzando una frontiera senza di controlli e gestita da bande criminali.

Da qui iniziarono a girare report e documentari sulla fame in Venezuela, senza che pero ne venissero spiegate bene le ragioni. La grande richiesta di dollari provocò un aumento dell’inflazione e del contrabbando verso la Colombia.

La fame in Venezuela, innegabile, diventò il cavallo di battaglia dei giornali specialmente quelli legati all’opposizione e vicini al MUD. Quando le forze amate scoprirono la truffa e le reti di contrabbando chiusero tutti i varchi della frontiera con Colombia (2016) per poi riaprirli con nuove forme di controllo.Le bande di criminali divennero padrone del mercato grazie alla loro fitta rete di spaccio e alla richiesta di beni.

La crisi alimentare è dovuta in parte al sabotaggio dell’economia interna ma non solo. È stata provocata soprattutto dai tagli alla grande distribuzione e ai contratti di’importazione, a causa della scesa del petrolio. Alcuni organi d’informazione come la BBC hanno smentito fake news e provato a spiegare le cause della crisi alimentare e della devastazione che sta colpendo il Venezuela. Uno dei pochi, perché la maggioranza dei media internazionali e la totalità degli organi di stampa statunitensi ha incolpato il governo di ogni male.

La costituente: un tentativo per accentrare ancora più poteri?

Sicuramente si, Maduro ha convocato l’assemblea per avere una legittimazione elettorale prima della scadenza naturale del suo primo mandato. Le elezioni dell’Assemblea costituente in Venezuela del 2017 si sono svolte il 30 luglio. Le elezioni sono state convocate mediante decreto presidenziale, a differenza di quelle dell’Assemblea costituente del 1999, che furono convocate a seguito di un referendum. Secondo il presidente della Commissione elettorale nazionale (CNE), al voto sono andati 8,089,230 venezuelani, pari al 41,53% degli aventi diritto. Abbiamo Approfondito, e quindi scoperto che tra gli eletti della costituente ci sono i membri e le rappresentante locali, dei popoli indigeni, dei rappresentanti di lavoratori, contadini , studenti, pensionati e portatori di handicap. I membri della costituente rappresentano la maggioranza dei venezuelani e delle varie classi sociali. Come si può giudicare un governo una dittatura se nella creazione di politiche pubbliche consulta le minoranze come i popoli indigeni? Come si fa a credere alla versione di chi, i popoli indigeni, li ha sterminati nel corso dei secoli (E. Galeano)?

La verità  è sempre ben nascosta come abbiamo visto in questi due articoli, per questo è importante oltre che verificare le fonti anche informarsi e approfondire meglio e di più. Prima di scrivere questo articolo abbiamo letto tanto, studiato libri e visto documentari, pro e contro il governo di Chavez e Maduro. È chiaro che il paese sta vivendo Un dramma sociale. La fame e la povertà ci sono e negarlo sarebbe da veri ipocriti ma le cause sono da approfondire. Sicuramente il governo poteva creare misure più efficaci per la lotta alla diminuzione dei prezzi del petrolio, senza dubbio Maduro, seppur legittimato dal popolo dovrebbe rispondere in maniera più chiara sul caso di corruzione che lo vede coinvolto e condannato (dal tribunale in esilio). La risposta alla crisi venezuelana deve comunque venire dai venezuelani, non dagli Stati Uniti e da alcuni paesi membri dell’Unione Europea, che negli anni si sono dimostrati profanatori di paesi come la Libia (Franca, Gran Bretagna, Italia, USA), Iraq ( USA, Regno Unito, Polonia etc.), Siria ( Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito, i Paesi Bassi, il Belgio, la Danimarca,), Afganistan (USA e GB con il sostegno e aiuto logistico di Francia, Germania, Spagna, Italia), Vietnam (USA), Cile (USA sostenendo un golpe). Gli esempi sono tanti.

In questi giorni si parla d’ipotesi di attacchi militari congiunti del governo colombiano, statunitense, peruviano contro il Venezuela, della punizione divina, dove le divinità sono rappresentate dall’imperialismo statunitense e il diavolo da un’economia diversa, un sistema alternativo. Si parla ancora di un attacco che violerebbe il diritto internazionale, cosa non nuova per alcuni. Quel diritto internazionale che il Venezuela dal 1998 ha sempre rispettato.

Ci auguriamo qui che il Venezuela trovi da solo la strada della pacificazione tra governo e opposizioni senza l’ingerenza nord americana. Che continui a rispettare e tutelare le minoranze indigene, vero patrimonio dell’umanità messo in pericolo dalla globalizzazione e dalle grandi multinazionali. Il nostro augurio è che le sanzioni cessino, sanzioni che distruggono la dignità dei venezuelani riducendoli e privandoli dei beni di prima necessità, che il governo ammetta gli errori commessi e che le opposizioni tornino a lottare nelle urne senza boicottare le elezioni

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