Avanti, è aperto! – IDE in Paraguay

Ide in Paraguay

IDE in Paraguay

Suona il citofono
«Chi è?»
«Siamo noi, sempre noi»
«E’ tutto aperto, entrate pure, fate come a casa vostra».

E’ questa l’improbabile conversazione che avverrebbe, se si trattasse di un divertente gioco di ruolo, tra il Paraguay e i grandi speculatori della finanza mondiale; peccato che di un gioco non si tratta, e le cose sembrano essere andate davvero cosi. Il Paraguay dopo essere stato il baluardo del protezionismo dell’America Latina si è ritrovato nel 2018 ad essere riconosciuto come uno dei paesi latini più poveri e più dipendenti economicamente da altri soggetti.

In un recente rapporto del Ministero degli Esteri Italiano si legge che «Il Paraguay continua a vivere una fase economica di crescita con buone prospettive di sviluppo. Nel 2017 il tasso di crescita del PIL, secondo i dati del banco Central del Paraguay, ha superato il 4% e il Fondo Monetario Internazionale ha stimato, per il 2018. una crescita del 4,5% .I fattori che rendono questo mercato particolarmente competitivo si possono così riassumere: disponibilitá di energia elettrica a bassissimo costo; bassissima imposizione fiscale (l’imposta sui redditi é del 10%, stessa percentuale anche per l’IVA, esenzione fiscale per le esportazioni); buona legislazione per incentivare gli investimenti stranieri (Legge 60/90)».

La legge, approvata nel 2004 prevede un’apertura totale dell’economia per favorire i grandi giganti finanziari ad investire nel paese, garantendo:

a) Esenzione dalle imposte per l’incorporazione di società estere e nazionali.

b) Esenzione dalle imposte per l’importazione di beni capitali, e quando l’attività è nuova, è anche esentata dall’IVA dei prodotti di capitale, finché non c’è produzione nazionale.

c)Quando l’investimento proviene dall’estero e supera i $ 5.000.000, sono esentate le tasse per le rimesse e pagamenti all’estero, interessi, commissioni e capitale della stessa a banche .

d) Quando l’investimento supera $ 5.000.000, le imprese sono esentate da imposte sui dividendi e sui profitti derivanti dal progetto di investimento.

L’eccezione diventa la regola

Sebbene molti Paesi in Via di Sviluppo (PVS) abbiano elaborato nel corso degli ultimi anni politiche economiche di stampo ultra liberale, il fatto che qui colpisce è che queste abbiano trovato terreno fertile anche in Paraguay, patria del protezionismo fino al 1865. Proprio in questa data iniziò la catastrofe per lo Stato latinoamericano che fu saccheggiato dalla  «triplice alleanza» (formata da Brasile, Argentina e Uruguay,sotto la protezione della banca d’Inghilterra che finanziò la guerra), indisposta ad accettare questo stato di benessere e ricchezza appena al di là dei propri confini.

Prima della distruzione il Paraguay era stato un’eccezione in America Latina. Il capitale straniero non era riuscito a penetrare nella dittatura di Gaspar de Francia. Nel 1845 alcuni agenti nodamericani informavano il proprio governo che «Nel Paraguay non c’è neppure un bambino che non sappia leggere e scrivere» .

Semplicemente il commercio estero non costituiva la base della vita economica del Paraguay che, non avendo sbocchi sul mare e isolato politicamente, rilanciò la propria frontiera interna sotto l’egemonia di uno Stato forte. Senza alcun debito contratto con le banche europee e lo stato paraguayano era in grado di mantenere uno dei più forti eserciti dell’intera Amercia Latina¹.

L’invasione della Triplice alleanza distrusse il Paraguay non in 3 mesi, come preventivato dai generali argentini e brasiliani, bensi in cinque anni. La guerra lasciò Brasile e Argentina in una situazione molto prossima alla bancarotta, a causa dei numerosi debiti contratti dalle due potenze con la Banca d’Inghilterra.

 

Apertura economica e conti in (dis)ordine

Debito pubblico Paraguay (% PIL) – Elaborazioni Ambasciata d’Italia su dati EIU (aprile 2016) e IMF (aprile 2016)

2012 2013 2014 2015 2016 2017
14,2% 15,2% 17,8% 21,1% 22,9% 23,7%

Come si può vedere dalla tabella sopra riportata il Paraguay, anno dopo anno, si indebita sempre di più nei confronti di enti finanziari e stati terzi. Nel grafico qui sotto invece è possibile confrontare gli investimenti stranieri, in milioni di dollari, negli ultimi 30 anni.

La natura degli Investimenti Diretti Esteri

Le imprese che operano nei PVS attuano investimenti di natura verticale, vale a dire destrutturando la propria catena produttiva riallocando le attività produttive a più elevata intensità di lavoro, non o poco qualificato, sui mercati a minor costo della manodopera (investimenti cost-saving)².

Gli IDE comportano grandi problemi per il Paraguay e per l’intero Sudamerica, gli investimenti in commodities alimentari e minerarie non favoriscono l’evoluzione delle economie che li ricevono ma alimentano indirettamente quel fenomeno di dipendenza dal prezzo delle materie prime che storicamente è stata la più grande spina nel fianco dell’America meridionale. Gli investimenti diretti esteri non sembrano apportare gandi vantaggi in termine di occupazione. Normalmente la manodopera non specializzata rimane tale e non acquisisce nuove competenze sspendibili negli ambienti lavorativi.³

Politiche di apertura si, ma a maggiori condizioni: è questa, forse, l’unica soluzione auspicabile per il Paraguay. Questo piccolo Stato situato nel cuore dell’America Latina, con una storia cosi importante fatta di lotte, ricchezze culturali e tradizione, potrà forse essere il faro della speranza e guida per l’indipendenza economica e politica di tutto il continente sudamericano.

 

 

¹Eduardo Galeano, Le vene aperte dell’America Latina.

² L’INDUSTRIA / n.s., a. XXIX, n. 3, luglio-settembre 2008 – Oltre i confini dell’industria italiana /Gli effetti dell’investimento diretto all’estero sulla domanda di lavoro in Italia – Stefano Elia, Ilaria Mariotti, Lucia Piscitell (PDF) Gli effetti dell’investimento diretto.

³LIMES, Investimenti in America Latina,

Deja una respuesta

Tu dirección de correo electrónico no será publicada. Los campos obligatorios están marcados con *