Verso la Brexit – le due parti si confrontano a Madrid

Verso la Brexit – Oggi 25 settembre a Madrid si è svolto un seminario sulla Brexit organizzato dalla Rappresentanza della Commissione Europea in Spagna.

Hanno partecipato in veste di relatori alcuni esponenti accademici dell’Università Carlos III e due rappresentanti delle parti chiamate in causa sul delicato tema brexit: Jochen Muller per la Commissione Europea e William Murray per il Regno Unito. Nel suo intervento William Murray, rappresentante dell’ambasciata britannica a Madrid ha illustrato al pubblico quali sono state le cause che hanno condotto nel 2016 il Regno Unito all’uscita dall’Unione menzionato due fattori.
  • La disaffezione, dal 2007 con l’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Unione c’è stata un’ondata migratoria di massa verso la Gran Bretagna. Ad oggi sono circa 4 i milioni di europei legalmente residenti nel Regno Unito.
  • La crisi della zona Euro. David Cameron, premier britannico all’epoca del referendum, nonché suo promotore, sapeva o forse prevedeva, che le ricette dei paesi europei per uscire dalla crisi sarebbero state unione politica e unione fiscale. Temi noti per essere indigesti agli inglesi.
Il membro dell’ambasciata britannica ha voluto sottolineare nel suo intervento i passi avanti compiuti in questi ultimi mesi come la creazione di una fase di transizione che inizierà il 29 marzo del 2019 e che durerà fino alla fine del 2020. Un altro traguardo raggiunto è sicuramente il no, ad oggi, alla possibilità di costruire creazione una frontiera fisica tra Irlanda e Irlanda del nord. Ma considerando che ancora non è stato firmato ancora nessun pre accordo anche quest’ultimo punto potrebbe subire modifiche. La verità è che, a 159 giorni dalla Brexit, la firma di un accordo condiviso dalle due parti sembra lontana. Molto resta da fare. «La Commissione Europea» , afferma il suo rappresentante tedesco Muller, «sarebbe disposta a concedere più tempo al Regno Unito nel caso in cui, quest’ultimo tentasse la strada di un secondo referendum» . Ma a meno di sei mesi dalla deadline questo scenario è fantapolitica.

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